IL CIRROSO
(The Cyrouse)
La rivista pazza per chi stratazza
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Intervista a Camillo Benso di Cavour
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Questa volta il nostro inviato speciale si è cimentato in un'impresa davvero ambiziosa: intervistare il conte Camille Benso di Cavour! Beh... Almeno ci ha provato!

Eravamo in cinque: Io, Pinco, Pallo, Manzo e Ganzo. Avrei voluto servirmi di loro per compiere la nuova missione.
Gli dissi: "Andate ora!" e se ne andarono senza proferire "parola".
Dissero "Vaffanculo!". Lo dissero tutti tranne Manzo, che era il più grosso ma anche il più gentile. Lui disse "Vaffambrodo..." poi non contento concluse "... Pirla".
Era grosso, gentile ma a volte sbottava. Ganzo non era per nulla gentile e nemmeno grosso. Si allontanò con passo da figaccione.
Pinco e Pallo se ne andarono con tre altri tipi loschi, che so... Tizio, Caio e Sempronio. Ero rimasto solo, col mio gessato macchiato di sangue (ricordate la missione in Transilvania?), i calzoni macchiati di vino (la missione a New York dal gruppo TNT?) e le mutande macchiate.... come al solito.
Dovevo accontentare la Redazione: intervistare il Conte Camillo Benso di Cavour, inventore dello spumante e del brindisi di Capodanno!
Giunto a Canelli, davanti a quella che prevedevo esser la sua abitazione (l'avevo sagacemente dedotto dall'insegna e dai cartelli che ivi conducevano: "Gancia conte di Cavour". Anche se invero non sapevo che grado fosse quello di Gancia Conte... piu' o meno di Arci Duca? Mah...). Mi fermai a chiedere informazione ad un tale incazzato nero che il mio sguardo segugio aveva rivelato conoscer bene la zona.
"Mi scusi Il Conte Camillo abita qui?" e lui cupo : "Non Benso".
"Oibo'!" dissi tra me... che risposta desueta... cercai d'essser più consono: "La mi voglia scusare signor gentile, non è mica che lei sappia che, se, in codesta casa risiede il conte Camillo Benso di Cavour?" ed attesi.
Lui ancor più incupito: "No, non Benso!" e questo m'indusse a continuare "Certo che si convien d'esser alquanto più preciso signore. Necessità non m'è sazia il saper che Benso non sia il di qui patron, mi si dica, quantomeno dove altrimenti posso trovarlo!" Ed ostentai grande presenza e sguardo impavido.
Lui mi si rivolse invece Nero e furibondo: "Oh Fradello, brendi per il gulo? Di ho deddo che non Benso che il Gonte abidi qui. E se non Mi gombri un aggendino di sbacco la faccia!" Il Marocchino mi vendette 20 accendini e poi mi mandò esattamente nello spesso posto dove ero stato indirizzato da Pinco, Pallo e Ganzo.
Battuto ma non domo mi fiondavo all'interno sicuro di trovare il conte. Ed eccolo lì, comparire in mezzo a una, cento, centomila bottiglie. Altro che Pirandello.
Avevo già tazzato molto con Manzo e Ganzo, ma non mi tirai indietro. Iniziai a Bere certo che prima o poi il silenzioso Conte mi avrebbe rivolto la parola ed avrebbe risposto alle mie domande. Invece più bevevo più lui mi fissava con quella facciona grassoccia e gli occhialini da "discount dell'ottica" tanto erano piccoli. Più mi fissava sfidandomi più io tazzavo. Lo sapevo: voleva vedere dove sarei arrivato; voleva vedere se ero all'altezza della Nobile testata che rappresentavo. Poi ad un tratto entrò uno, credo che fosse un enologo perché era brutto grosso ed aveva la barba (Uhm... questa descrizione mi ricorda qualcuno! N.d.Sam) Questi mi scaraventò fuori dalla cantina separandomi dal silente ma buon Conte. Mentre ragattavo in terra cercando di ricomporre gli scampoli dell'incontro nella mia mente (e del mio gessato addosso) immaginai che a dargli un po' di potere a quel conte, sarebbe potuto venir fuori che ci univa la DOCG del Brunello con quella del Barolo organizzando una spedizione di mille cirrotici direttamente a Marsala. Ah, la fantasia alcolica.... La strada era deserta ed io, passo blando, mi avviai. Da lontano dietro di me un suono: "Dai gombra un bubazzo a forma di gazzo con la musighetta, una cignhia di cammello vivo, un cd fotocopiato senza cd, una bambola gonfiabile con 35 bughi, un borsellino rubato vuoto...di servono siguro!!!"
Massì... dovevo fare i regali di natale alla Redazione.
Così silente tornai a percorrere la mia solitaria strada, là non si vede il sole tramontare*.


(*cazzo di nebbia di merda)

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Re: Intervista a Camillo Benso di Cavour
Scritto da Anonimo Beone il 26 Gennaio 2011, 18:30

wow


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