IL CIRROSO
(The Cyrouse)
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La disfida di Birretta
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Con quest'articolo, il Cirroso impartisce ai suoi lettori una lezione di storia: 500 anni prima dei mondiali, l'Italia già impartiva una sonora lezione alla Francia, grazie a Ettore Con La Mosca.
Correte a scoprire com'è andata la Disfida di Birretta!

Domenica sera, pub sui Navigli a Milano (fortuna che è a Milano, perché a 3 euri la mezza, potrebbe essere la mia rovina, davvero), tra Guinness e Tennents Super, in compagnia di due belle gnocche, non poteva che scapparci l'esibizione culturale. Tra capitali della Serbia dimenticate (Era la Slovenia, pirla! N.d.Sam), vocali di Rambó (e da quando Rambo conosce pure le vocali?), quando un ciucco, ai miei tentativi di aiutarlo, mi disse che non erano tredici, bensi undici contro undici, ed erano a Berlino, mi sono accorto di quanto la cultura dell'italiano ciucco medio possa essere...
Quindi, oggi lezione di storia.
Ciucchi e ciucche, oggi vi spiegherò la "Disfida di Birretta".
Lezione di Geografia: Birretta è una cittadina in Puglia, e (cazzo, pure io non lo sapevo) fa provincia. C'è pure il mare, per davvero, non come a Milano.
Torniamo alla storia.
Siamo attorno all'anno 1503. Per la precisione, il 1503. Il sud Italia era conteso sia dagli spagnoli che dai polli, si, quelli che abitano li tra Spagna e Germania, come cazzo si chiamano... ah già, i francesi.
Un gruppo di polli caduti prigionieri degli spagnoli, durante un banchetto, accusarono gli italiani di non saper fare buon vino, di farlo con le bustine, di usare metanolo e tutte le puttanate che l'idiota medio crede verità dell'industria enologica.
La goccia che fece traboccare il decanter fu quando Monsieur La Botte, capo dei francesi, si vantò dello Champagne, che all'epoca non era ancora stato inventato.
Sicuri di essere dei fighi, sfidarono gli Italiani a duello, boccale contro boccale, magnum contro magnum, damigiana contro nabucodonosor (no, i francesi non conoscono nemmeno la damigiana).
La sfida fu raccolta dal fiero Ettore Con La Mosca da Capua.
Si mormora che gli spagnoli, a corto di Jerez, fomentarono i dissapori tra Italiani e polli per rallentare la guerra in attesa di rifornimenti.
Ma tant'è, i francesi stronzi lo sono comunque e siccome due giri di sveglia glieli abbiamo dati, facciam finta di niente e diamo la colpa a loro.
La disfida fu programmata per il 13 febbraio 1503. Due squadre di 13 cavalieri con due ostaggi per parte, 4 giudici e 16 testimoni come cavalieri, emh, 16 cavalieri come testimoni. 100 corone col limone era il riscatto dei prigionieri (però, sti messicani, non erano ancora stati inventati che già rompevano con la loro birraccia).
Secondo voci di corridoio, le due parti, di comune accordo, scelsero come terreno di battaglia i circolini della Contrada S.Elia di Birretta.
Comunque, circolino o non circolino, la zona era quella.
Ettore Con La Mosca, come un novello Cannavaro, si presentò sul bancone di battaglia con una sciarpa azzurra al collo, regalo di Isabella D'Aragola, considerata benaugurante.
Il pomeriggio del 13 febbraio, gli Italiani diedero una solenne suonata ai polli, battendoli ai rigo... no.
Il pomeriggio del 13 febbraio, gli Italiani diedero una solenne suonata ai polli, dimostrando tutto il valore e il coraggio che solo un Italiano può avere. Il Con La Mosca, per esempio, invece di finire Monsieur La Botte, disarcionato e in difficoltà, scese da cavallo per ristabilire l'equità, e lo finì.
Da bravi banfoni, i pollastrelli, convinti di averlo piu duro di noi, non portarono il riscatto e furono imprigionati a Birretta.
I Birrettini in festa accolsero gli eroici cavalieri con una salve di rutti, brindisi e, pare, finirono pure le scorte di Jerez degli spagnoli che nel frattempo erano arrivate fresche fresche dalla madre patria.
In tempi più recenti è venuta a galla una storiaccia: un cronista pollo arrosto dell'epoca riportò una spaventosa e orribile truffa italiana.
Pare che i cavalieri italiani forzarono in una specie di fuorigioco cavalleresco i francesi. Per favore, non perdiamo la testa: se i polli hanno infranto il regolamento, non è colpa nostra, mica gli abbiamo insultato le sorelle, le mogli o le madri.
Per la nostra consueta lezione di storia è tutto. Spero di aver illuminato un poco le vostre menti annebbiate. Mi raccomando, cerchiamo di conoscere un po' meglio la nostra storia, siamo mica tutti pupe...

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